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Terremoto stratosferico in vista…

quali conseguenze per l'inverno?

In molti casi si fa abuso di termini quale “eccezionale” o “straordinario”. Per letteratura eccezionale e straordinario definiscono propriamente qualcosa che va al di là delle normali consuetudini e che quindi può essere giustamente classificato come singolare o insolito. Bene, cari lettori, possiamo dire che da qui a breve assisteremo ad un evento che, per sua natura e per frequenza di occorrenza temporale, è per davvero ECCEZIONALE e STRAORDINARIO.

Tra pochi giorni, infatti, la stratosfera subirà un colpo durissimo da cui molto probabilmente non riuscirà più a riprendersi, un colpo da ko. Da inizio febbraio il vortice polare stratosferico,è costretto ad un forcing immane ad opera di due creste d’onda che a breve porteranno proprio ad uno SPLIT dello stesso. Ovvero, ad una netta separazione, già alle altissime quote, delle masse d’aria fredda che si ridistribuiranno in zona canadese e sulla Siberia, con un vasto anticiclone che andrà nel contempo a stabilirsi in sede polare:

Terremoto stratosferico in vista

Eventi del genere sono, come detto, infrequenti e spesse volte sono forieri di episodi invernali anche cruenti (basta ricordare l’ondata gelida del famoso gennaio 85, favorita proprio da uno split del vortice polare troposferico avvenuto qualche giorno prima). Tuttavia sarebbe sbagliato effettuare un’associazione del tipo SPLIT VORTICE POLARE STRATOSFERICO–>GELO E NEVE a causa della caoticità del sistema che non permette lo stabilirsi di regole ferree e puntuali. In primis serve che questo disturbo possa propagarsi alle quote più basse. In parole spicce, in troposfera, verso il suolo. Normale che se ai piani superiori avessimo un vortice a brandelli con una circolazione zonale (che non permette quindi lo scambio di masse d’aria in direttrice nord-sud) ai piani bassi, avremmo ben poche ripercussioni. E se invece vi fosse propagazione? Quali sarebbero gli effetti?

Terremoto stratosferico in vista

Il run pomeridiano odierno di gfs ci mostra quale potrebbe essere la situazione verso la metà del mese-inizio seconda decade, periodo di riferimento per l’eventuale propagazione del disturbo in troposfera. Le frecce indicano il moto delle diverse figure bariche sullo scacchiere emisferico. Il lobo canadese (freccia a sinistra), con moto in senso orario, lascerebbe spazio in pieno atlantico (freccia al centro) al blocco ad opera dell’anticiclone azzorriano verso le latitudini polari, con conseguente discesa (freccia a destra) del lobo siberiano del vortice polare verso ovest e in particolar modo verso il continente europeo.

Capirete bene che ora ci sono alcune variabili in gioco che non permettono di poter fare eventuali previsioni a lungo termine:

1)La variabile primaria in questi casi: la PROPAGAZIONE del disturbo sull’intera colonna che al momento attuale, come detto, è probabile ma non certa.

2)L’eccessivo range temporale.

Dovremo quindi navigare a vista per capire l’evoluzione futura. Continuate a seguirci, quindi, sul nostro portale per i prossimi bollettini di aggiornamento.

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