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Si formerà un ciclone tropicale nel Mediterraneo?

Le ultime emissioni (ore 06 utc di oggi 30 settembre 2015) dei principali modelli di previsione numerica, fanno presagire, fra giovedì 1 e venerdì 2 ottobre, la formazione di un intenso ciclone sul mediterraneo occidentale che dovrebbe apportare intenso maltempo su Sardegna e regioni centro-meridionali italiane.

I dubbi sorgono sulla natura di tale ciclone: esso sarà di origine extratropicale o tropicale? A parte le differenze fisiche tra queste due strutture depressionarie (di cui ci occuperemo in una serie di articoli da qui a breve) è da rimarcare che il quesito non è di poco conto, visto che generalmente, i cicloni tropicali, se ben sviluppati, sono estremamente pericolosi, in quanto capaci di scatenare ondate di maltempo intense con piogge alluvionali e venti fortissimi: addirittura, in alcuni casi estremi (verificatisi nel passato) tali cicloni mediterranei di tipo tropicale (detti TLC, cioè Tropical Like Cyclone) sono stati talmente intensi da essere classificati come URAGANI di categoria 1 nella scala Saffir-Simpson (cioè la categoria più bassa): tali uragani sviluppati in ambito mediterraneo sono denominati MEDICANE (cioè crasi delle parole MEDIterranean e hurriCANE). Si veda ad esempio il medicane Qendresa del 9-11 novembre 2014 le cui spettacolari fasi di genesi, maturazione e dissolvimento possono essere visionate dalle immagini dal satellite in sequenza di quei giorni.

Allora verifichiamo se, stante le ultime emissioni modellistiche, il ciclone previsto sarà di tipo tropicale o extratropicale.

Senza entrare in tecnicismi (a cui rimandiamo, come anticipato, ai nostri futuri articoli di approfondimento), sintetizziamo dicendo che un ciclone presenta caratteristiche tropicali se non è alimentato da aria fredda di origine polare, bensì è sistema “chiuso” che si “nutre” solo del calore del bacino di mare sul quale si muove. Tale ciclone, pertanto, presenta alcune caratteristiche peculiari che elenchiamo velocemente:

1) i minimi di geopotenziale devono stare, più o meno, sulla stessa verticale;

2) cuore caldo: cioè ad ogni livello della troposfera, il nucleo del ciclone, detto occhio, cioè il punto intorno al quale le bande nuvolose ruotano, deve essere più caldo delle aree circostanti;

3)  windshear minimo: cioè il vento deve possedere più o meno la stessa direzione e intensità a tutti i livelli della troposfera;

4) struttura barotropica: cioè per ogni livello della troposfera (cioè dal suolo sino alla tropopausa) le isoterme devono essere parallele alle isoipse.

Bene, vediamo se il ciclone che si formerà giovedì 1 ottobre, possiederà tutte queste caratteristiche: per far questo analizziamo le emissioni del modello WRF-NMM con risoluzione 5 km, consultabile sul sito www.meteociel.fr riferite alle ore 11:00 di domani giovedì 1 ottobre, prima cioè che il ciclone tocchi terra (landfall in Sardegna) e possa pertanto essere destabilizzata la sua struttura verticale in formazione nelle ore precedenti sul braccio di mare tra le Baleari e la Sardegna stessa.

La condizione 1) è verificata: i minimi di geopotenziale alla quota di 500 hPa (cioè 5650 m slm) è sulla stessa verticale del minimo al suolo di 1000 hPa (vedi figura 1), così come il minimo di geopotenziale alla quota di 850 hPa (cioè 1400 m slm circa);

La condizione 2) è verificata: in prossimità dei minimi di pressione (dove si posizionerà l’occhio) le temperature sono più alte: la fig. 3 fa vedere una temperatura di +22° a 2 metri di quota (mentre intorno è più bassa); la fig. 2 fa vedere nell’occhio una temperatura di +14° (mentre intorno è più bassa); la fig. 4 mostra una temperatura a 5650 m slm di -10° nell’occhio (mentre intorno è più bassa);

La condizione 3) è più o meno verificata: le figg. 5, 6 e 7 mostrano i venti rispettivamente al suolo, a 925 hPa e a 700 hPa: da queste figure si può osservare come il campo dei venti sia più o meno omogeneo (in direzione e intensità) a tutti i livelli;

E la condizione 4), cioè la barotropicità? Ebbene sembrerebbe che questa condizione NON sarà rispettata, almeno in alta quota: infatti osservando la figura 8 si può osservare come le isoterme taglino perpendicolarmente le isoipse (vedi aree cerchiate in rosso ed evidenziate in azzurro), cioè v’è avvezione di aria fredda che alimenta il ciclone che, quindi, a rigore, non potrebbe essere classificato come tropicale. Dato che però tale incongruenza sembra solo confinata a questo livello troposferico, possiamo concludere che il ciclone che si formerà domani alle 11:00 avrà caratteristiche “quasi” tropicali, ovvero subtropicali, che manterrà anche quando toccherà il suolo muovendosi col suo minimo su Sardegna e Corsica.

Questo non significa che esso non possa essere un ciclone intenso: sono infatti previsti, sulla Sardegna, Toscana e soprattuto Corsica piogge intense e raffiche di vento di oltre 100 km/h.

FIGURA 1

FIGURA 2

FIGURA 3

FIGURA 4

FIGURA 5

FIGURA 6

mediterraneo

FIGURA 7

mediterraneo

FIGURA 8

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