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Le valanghe nel Massiccio del Pollino

La Calabria è una terra ricca di splendide montagne molto diverse fra loro: il Pollino, la Catena Costiera, la Sila, le Serre e l’Aspromonte presentano differenze notevoli non solo da un punto di vista morfologico, ma anche da quelli geologico, botanico, vegetazionale e faunistico.

In particolare i versanti sud (quindi Calabresi) del Pollino sono aspri e ripidi con vette che superano abbondantemente i 2.000 m slm: Serra del Dolcedorme, vetta del massiccio del Pollino, raggiunge i 2.267 m slm.

Eppure è diffuso il luogo comune secondo il quale il fenomeno delle valanghe non riguarderebbe il territorio in questione, restando relegato a montagne poste a latitudini più elevate. Basti considerare il fatto che il pericolo da valanga sul Massiccio del Pollino è oggetto di bollettini quotidiani Meteomont solo da pochissimi mesi.

Recentemente, inoltre, mediante fotointerpretazione di immagini satellitari e sopralluoghi, sono stati condotti i primi studi sugli eventi valanghivi che si sono verificati in passato. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neve e Valanghe (a pagina 36), consultabile al seguente link:

https://aineva.it/pubblicazioni/neve-e-valanghe-95/

Le indagini e le elaborazioni eseguite indicano che fenomeni di dimensione anche significativa hanno interessato diversi versanti del Massiccio. Generalmente, le zone di distacco della neve sono localizzate nelle aree sommitali (Pollino, Serra del Prete, Serra Dolcedorme, Serra delle Ciavole), oltre il limite del bosco e, quindi, nelle praterie d’altitudine.

Le valanghe, poi, scorrono in canali interessati da fenomeni anche ricorrenti, oppure attraversano versanti boscati, dove sono in grado di spezzare tronchi anche di grandi dimensioni, lasciando, per molti anni, evidenti segni del loro passaggio.

Infine, le valanghe raggiungono le zone di deposito, ossia le aree in cui la neve che si è mobilizzata si arresta. Ciò può avvenire lungo gli stessi canali e versanti, o al piede degli stessi, in corrispondenza di aree in contropendenza o nei pianori carsici che caratterizzano il complesso montuoso.

Di seguito si riporta la mappa con i risultati delle indagini svolte (clicca sull’immagine per ingrandirla):

Mappa delle valanghe sul Pollino

La mappa indica con le linee rosse i perimetri delle valanghe come individuate dalla fotointerpretazione, mentre con le linee gialle i perimetri delle aree di massimo scorrimento stimato. Ogni valanga è individuata da un nome (ad esempio: “4_PRETE N” oppure “6_DOLCEDORME S” etc.).

Sono stati inoltre individuati tre riquadri (indicati con rettangoli e numeri in fucsia) a cui corrispondono tre ulteriori figure, riportate nel seguito, che mostrano nel dettaglio le valanghe ricadenti in ciascun riquadro (clicca sulle immagini per ingrandirle):

Le valanghe di Serra del Prete

 

Le valanghe di Monte Pollino

 

Le valanghe di Serra del Dolcedorme

Nelle aree interessate dalle valanghe non sono presenti infrastrutture o aree abitate e, quindi, non si sono verificati danni a cose o persone. Tuttavia, la mappa mostra che gli eventi di valanga hanno interessato pure sentieri e pianori frequentati da escursionisti, anche in periodo invernale e primaverile.

Ad esempio, la grande valanga del Monte Pollino (versante Ovest), che si è verificata circa 30 anni fa, ha raggiunto e superato il noto sentiero “IPV3” che da Colle dell’Impiso, passando per il Piano di Gaudolino, conduce al Monte Pollino. Le elaborazioni eseguite mostrano che, nello stesso sito, una futura valanga può potenzialmente raggiungere anche il sottostante Piano di Gaudolino. Lo stesso sentiero può essere potenzialmente attraversato dalle valanghe di Serra del Prete, che possono pervenire alla depressione dei Piani di Vacquarro.

La mappa non rappresenta uno strumento esaustivo per la valutazione del rischio da valanga, ma solo un supporto per le attività escursionistiche di singoli e associazioni. Analogamente, le indicazioni cartografiche riportate possono costituire un utile strumento conoscitivo per gli addetti al soccorso in montagna. L’individuazione di nuovi eventi di valanga, l’installazione di stazioni meteorologiche con nivometro in quota, la divulgazione delle conoscenze sin qui acquisite ed ogni futuro approfondimento sono fortemente incoraggiati. Lo scopo finale è quello di pervenire ad una valutazione sistematica del rischio da valanga che sia accessibile con continuità da parte di tutti.

Ing. Giuseppe Viggiani

Ing. Francesco Cruscomagno

Domenico Riga

Foto in copertina di Massimo Gallo

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