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El Nino, ovvero, la STUFA DEL PIANETA…renderà bollente anche la nostra estate?

La prima questione che poniamo è: sapete cos’è, davvero, il fenomeno denominato El Nino?

No?

Male! Perchè, come vedrete fra poco (se avrete la gentilezza di continuare a leggere questo articolo), esso incide direttamente sulle nostre vite.

1. Cos’è El Nino

El Nino (o meglio ENino Southern Oscillation – ENSO, per come è conosciuto negli ambienti scientifici) è un fenomeno climatico ciclico che causa un anomalo riscaldamento delle acque marine superficiali ad ovest delle coste pacifiche di Perù ed Ecuador, nell’America latina. Tale fenomeno, essendo comunque soggetto ad un’interazione con gli strati atmosferici soprastanti e tenendo conto del fatto che si verifica in una porzione del globo in cui le energie in gioco sono elevatissime, ha effetti su tutta la circolazione atmosferica planetaria. Per favorire uno studio più accurato e per facilitarne l’osservazione, le zone soggette a tale fenomeno sono state suddivise secondo lo schema seguente:

La classificazione che ne consegue è questa:
si parla di Nino “East Based” se le anomalie calde sono concentrate maggiormente nelle zone “1+2” e “3”; di Nino “Modoki” se invece le anomalie sono centrate in zona “3.4”; di Nino “West Based” se invece abbiamo che le temperature superficali più calde sono poste nel Pacifico occidentale (zona “4”).
Gli indici usati per effettuare un ulteriore categorizzazione dell’intensità e dell’andamento del fenomeno sono molteplici.
Tra i più rilevanti vi è sicuramente il MEI (Multivariate Enso Index) che è anche uno dei più completi in quanto analizza ben sei variabili fondamentali, ovvero la pressione al livello del mare, le componenti zonale e meridionale del vento superficiale, le temperature superficiali marine e quelle degli strati d’aria soprastanti, sempre in riferimento alle zone interessate dal Nino.

2. Influenza di El Nino sul clima globale

Ma ora vediamo come questo straordinario fenomeno influisca sul clima di TUTTO, e ribadiamo, TUTTO il mondo.

Ma tranquilli, non lo faremo con l’uso di formule o grafici complicati ma (quasi) esclusivamente con semplici immagini e video.

Uno dei metodi per misurare la “forza” di El Nino è ricorrere, come specificato in precedenza, all’uso dell’indice M.E.I.: maggiore è il valore POSITIVO che assume l’indice in questione, maggiore è l’intensità del Nino; di contro, minore è il valore del M.E.I., minore sarà l’intensità di El Nino: quando tale indice assume valori negativi si verifica il fenomeno contrario a quello di El Nino, cioè la Nina (raffreddamento delle acque del Pacifico).

Nella figura 1 vediamo l’andamento dell’indice M.E.I. per l’evento El Nino del 2015….come si vede si raggiungono valori di picco di ben +2,5 a settembre….

 

figura 1

 

Uno degli eventi di El Nino più simili a quello del 2015, anche e soprattutto come tempistiche, fu quello del 1997….il cui andamento dell’indice M.E.I. è rappresentato nella figura 2:

 

figura 2

 

Il raffronto dei due eventi è riportato in figura 3: come si vede mentre i valori massimi sono sicuramente più elevati per il Nino del 1997 (quando tra agosto e settembre si sfiorarono i +3), è pur vero che il Nino del 2015 è stato caratterizzato da valori di M.E.I. più alti nel pre-evento (ad aprile-maggio del 2015 v’erano valori di M.E.I. maggiori di 1 contro i valori addirittura negativi del 1997):

 

figura 3

 

Ma la cosa più interessante è analizzare l’impatto che tali eventi hanno avuto sulle temperature del globo.

A tale scopo facciamo riferimento alle mappe globali di anomalie di temperature della bassa troposfera rilevate dai satelliti del progetto REMSS (REMote Sensing Systems): quindi temperature rilevate dai satelliti, per certi versi preferibili rispetto alle stazioni a terra perchè molto meno influenzate da fenomeni microclimatici come le “isole di calore urbano” e con l’indubbio pregio di rilevamento di aree del pianeta mai interessate dalle suddetti stazioni al suolo (deserti, montagne, luoghi inaccessibili, etc…).

Le mappe sono semplicissime da leggere: le aree in rosso sono quelle in cui, in un certo mese, si sono avute temperature maggiori di quelle medie…e mano a mano che il rosso tende all’arancione e poi al giallo, il caldo è sempre maggiore; così con le aree azzurre….dal blu (aree poco più fredde della norma) all’azzurro (aree molto più fredde della norma) sino al magenta (aree eccezionalmente più fredde della norma)….

Allora vediamo cosa successe in occasione del Nino del 1997 osservando la successione delle mappe di anomalia di temperature globali dal gennaio 1997 sino al dicembre 1998….due anni pieni pieni, al cui interno si è verificato il fenomeno di Nino dall’aprile/maggio 1997 sino all’aprile/maggio del 1998 (praticamente un’anno pieno con MEI >= 1,5)….

CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL VIDEO

come si vede tra agosto e novembre v’è un continuo e costante aumento delle temperature globali, con una vera e propria “ESPLOSIONE” DI MACCHIE ROSSE SU TUTTO IL GLOBO da dicembre 97 sino ad agosto 98MACCHIE ROSSE CHE RESTANO COMUNQUE IN NETTA MAGGIORANZA QUASI SINO AL DICEMBRE 1998….COME SE GLI EFFETTI DEL NINO DI APRILE/MAGGIO 97 INIZIASSERO A FARSI SENTIRE SOLO DOPO 3/5 MESI DALL’INIZIO DEL NINO STESSO, PROTRAENDOSI PER ALTRI 3/4 MESI DOPO IL SUO NATURALE DECLINO….

Questo comportamento sembra confermato anche per il Nino del 2015 come evidenziato dal video successivo che mostra le mappe di anomalia termica globale da gennaio 2015 a marzo 2016, col Nino che inizia da maggio 2015….

CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL VIDEO

Anche qui v’è una costante crescita della temperatura globale a partire da settembre 2015, cioè sempre 3/4 mesi dopo l’inizio del fenomeno, con una vera e propria “esplosione” di macchie rosse a partire da dicembre 2015!

3. Conclusioni e ipotesi di previsione per i prossimi mesi

Se l’andamento di questo Nino dovesse ricalcare quello del 1997 (come previsto, tra l’altro, anche dai principali centri di calcolo, si vedano figure 4-5-6-7 mostranti il valore dell’ENSO nelle 4 differenti aree del Pacifico convenzionalmente fissate per le misurazioni del Nino) si potrebbe ipotizzare la fine di questo ultimo evento di Nino per maggio/giugno 2016, con marcata presenza di temperature globali superiori alle medie, quindi, almeno fino a ottobre/novembre 2016…..

Ovviamente questo NON SIGNIFICA che in Italia, e in Calabria in particolare, i successivi 6/7 mesi (cioè primavera, estate ed autunno 2016) saranno TUTTI CERTAMENTE SOPRA MEDIA (ricordo che, sebbene nel mondo intero fu caldissimo, l’inverno 97/98 in Calabria fu sostanzialmente in media)…..bensì che in tutto il pianeta le aree con forti anomalie mensili positive saranno tante, e quindi la probabilità che prossimamente si verifichino mesi estremamente caldi in Italia ed in Calabria, è molto, molto alta….

figura 4

figura 5

figura 6

figura 7

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