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Ciclone tropicale nel Mediterraneo per giovedì prossimo?

 

Diversi modelli di previsione stanno paventando, per la giornata di giovedì 19 settembre, la possibilità che in pieno Mediterraneo possa generarsi un ciclone dalle caratteristiche tropicali. Per comprendere meglio qual è la differenza tra i più usuali “cicloni extra – tropicali” e i suddetti “cicloni tropicali” rimandiamo all’articolo di didattica pubblicato sul nostro sito qualche tempo fa, consultabile cliccando qui (per una sintetica carrellata delle caratteristiche che dovrebbe possedere un ciclone affinché possa definirsi “tropicale” si rimanda anche al paragrafo successivo).

Sia il modello di previsione numerica globale G.F.S. (detto l’americano) sia E.C.M.W.F. (detto l’europeo), nonostante la relativamente bassa risoluzione spaziale che li caratterizza intravedono, per la giornata di giovedì, un minimo in formazione sul Tirreno centrale, vedi la figura successiva prevista dal modello E.C.M.W.F. per giovedì alle ore 14:00 tratta dal sito www.meteociel.fr (qualcosa di molto simile è previsto anche dal modello G.F.S.):

fig

Ovviamente, la già citata bassa risoluzione dei modelli a scala globale, non può cogliere e “modellare” perfettamente il comportamento di un fenomeno che si esplica alla mesoscala. Per approfondire l’analisi è necessario, pertanto, ricorrere alle previsioni elaborate dai L.A.M., cioè dai modelli numerici di previsione a scala regionale, normalmente ad alta risoluzione.

 

 

 

 

I cicloni tropicali

In questa sede ci limiteremo a sintetizzare brutalmente le principali caratteristiche che un ciclone deve possedere affinchè possa classificarsi come “tropicale”:

1) dalle immagini satellitari deve emergere la struttura tipica ad “occhio” con bande nuvolose che scorrono in senso antiorario (nel nostro emisfero) centrate nell’occhio stesso;

2) per tutti i livelli troposferici (cioè 850 hPa – circa 1500 m slm – , 700 hPa – circa 3000 m slm -, 500 hPa – 5700 m slm -, etc… escludendo il suolo), l’occhio deve risultare più caldo delle zone circostanti;

3) la struttura deve essere “barotropica“: cioè, per ciascun livello considerabile (850 hPa, 700 hPa, 500 hPa, etc…) le isoterme devono essere parallele alle isoipse: quindi il ciclone tropicale non viene alimentato dalle avvezioni di aria fredda come i cicloni extratropicali; esso invece è un sistema chiuso, non alimentato, che si autorigenera da sè grazie a particolari meccanismi basati sui flussi di calore sensibile e latente;

4) sempre per ciascun livello considerabile (850 hPa, 700 hPa, 500 hPa, etc…) i minimi devono essere posizionati (planimetricamente) più o meno nello stesso posto.

Le condizioni di formazione di un ciclone tropicale, generalmente, si verificano nelle zone tropicali o al massimo subtropicali del nostro pianeta. Ma non sempre…il “nostro” mar Mediterraneo, normalmente è grande fucina di cicloni grazie alla contemporanea presenza di medie estensioni marine relativamente calde, complessa orografia (alternanza di terre emerse in cui sono presenti numerose catene montuose come le Alpi, i Pirenei, gli Appennini, i Balcani, l’Atlante, etc…), e grazie al fatto che è normalmente luogo di incontro/scontro fra le masse d’aria fredde di origine polare e quelle calde di origine subtropicale. Nella maggior parte dei casi, i cicloni che si sviluppano nella stagione invernale sono di tipo extratropicale (quindi a cuore freddo e causati dall’instabilità baroclina). In realtà, nel mar Mediterraneo,  si sono verificati (e continueranno a verificarsi in futuro) anche numerosi cicloni di tipo tropicale (Tropical Like Cyclone), i quali vengono denominati, pertanto, TLC. 

Caratteristiche tipiche dei TLC, riportate nella tesi di laurea di Valeri Massimo (vedi riferimenti) sono:

– un occhio ben definito visibile almeno per buona parte del ciclo di vita;

– un sistema nuvoloso simmetrico attorno all’occhio;

– una struttura delle precipitazioni a bande;

– venti fino a 180 km/h;

– un raggio compreso tra i 100 e i 300 km;

– una durata minima di almeno 6 ore;

– una temperatura superficiale del mare di almeno 15°C.

Si potrebbe aggiungere che un’altra spia delle possibili caratteristiche tropicali del ciclone è la temperatura del top delle nubi del sistema stesso che, data l’intensa attività convettiva, potrebbe scendere anche al di sotto dei -50°.

Riferimenti

Tesi di laurea: “ANALISI SATELLITARE DELLA STRUTTURA FISICA DI UN CICLONE DI TIPO TROPICALE SUL MEDITERRANEO”, Relatore: Massimo Valeri; Prof. Vincenzo Levizzani;  Co-relatori: Dott. Sante Laviola Dott. Marcello Miglietta – ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA – FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea Magistrale in Fisica

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